Il Massiccio del Grappa tra flora, fauna e morfologia del territorio
Il Massiccio del Grappa si trova nella fascia delle Prealpi venete. Si affaccia sulla vasta Pianura Veneta ed è delimitato dalle valli dei fiumi Brenta e Piave rispettivamente ad ovest ed a est. I suoi versanti ripidi salendo lasciano il posto a dolci pendii ricoperti di boschi e pascoli. Il Clima della sua Pedemontana è più mite e dolce di quello della pianura con scarse precipitazioni e la quasi totale assenza di nebbia. La flora e la fauna sono molto varie e spiccano delle varietà endemiche talvolta rare.
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Il territorio
Il territorio
Il Monte Grappa è un massiccio prealpino calcareo affacciato sulla pianura veneta e delimitato da valli periferiche nette e profonde tra le province di Treviso, Vicenza e Belluno. L’origine del nome del Massiccio del Grappa non è ben definita, si sa che si chiamava Alpe Madre. Ben individuabile dai monti circostanti, con i suoi i 1775 metri di altezza massima, ha una forma varia e ricca di contrasti. Esso alterna dolci pendii digradanti verso nord a scoscesi declivi rivolti a sud, mentre all’interno comode zone pianeggianti sono affiancate da emergenti aree rocciose. Il Massiccio del Grappa si è formato per una piega di faglia che ha innalzato strati di calcare dolomitizzato, biancone e Scaglia Rossa. Caratteristica peculiare è la scarsa presenza d'acqua. Il sistema carsico del massiccio, infatti, impedisce la formazione di corsi d'acqua in superficie, ma crea tutta una serie di crepe e fessure nelle quali l'acqua scivola all'interno della montagna e, percorrendo vie sotterranee, riaffiora successivamente a fondovalle in rigogliosi torrenti e risorgive.
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Geologia e geomorfologia da Borso al Monte Grappa
Geologia e geomorfologia da Borso al Monte Grappa
Nella montagna i tipi principali di rocce sono:
I Calcari Grigi, la formazione più antica, che costituisce la maggior parte del massiccio, povera di fossili; la sua costituzione calcarea ha generato il fenomeno carsico così diffuso che ha permesso negli ultimi anni di effettuare scoperte di grotte ricche di stalattiti, di pozzi molto profondi e gallerie di notevole pregio.
Il Rosso Ammonitico, ricco di fossili non ben conservati, di modesto spessore, che dà vita alle splendide "città di pietra" che si osservano in val Poise e Meda.
Il Biancone, che troviamo a Cima Grappa e in tutte le cime arrotondate della montagna e al tempo stesso subito a monte dell’abitato di Semonzo e Borso.
La Scaglia Rossa, un calcare argilloso, che affiora da Appocastello a S. Andrea. Le colline di Semonzo (e la Rocca in particolare) sono formate da sabbie e fanghi marini cementati, con una presenza modesta di fossili.
L'erosione della val Cornosega ha generato una tipica forma: il conoide di deiezione, molto caratteristico, che separa Semonzo da Borso, mentre l'abitato di Borso e di S. Eulalia poggiano su un lembo del grande conoide che ha il suo apice nella val della Madonna del Covolo e che è stato costruito anche con gli apporti detritici di val Cassanega e altre valli minori.
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Fauna
Fauna
Spesso durante le passeggiate non ci si accorge della presenza degli animali, ma ad un occhio più attento si trovano impronte di caprioli, gusci di nocciole lasciate dagli scoiattoli, fori nelle cortecce degli alberi fatte dai laboriosi picchi. Il momento migliore per avvistare gli animali è alle prime luci dell’alba o al giungere del tramonto. E’ in questi momenti che possiamo scorgere camosci tra le pale delle Meatte, nelle valli più remote lo schivo muflone e nei boschi anche qualche cervo. Non è raro incappare anche in piccoli mammiferi come volpe, faina, donnola, puzzola, ghiro o lepre. Sù nel cielo si possono intravedere voli di uccelli e rapaci di vario tipo come poiane, falchi, sparvieri, corvi imperiali, gheppi e nelle ore notturne gufi e civette. Mentre nelle pozze d’acqua adibite per le mucche trovano i loro regno salamandre, rospi comuni, ululoni e rane rosse. Infine citiamo anche piccoli rettili come l’innocuo orbettino, la biscia d’acqua, il biacco e la comune vipera a cui bisogna prestare la massima attenzione.
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La flora
La flora
Il Monte Grappa ci riserva una preziosa sorpresa. Apparentemente povero di fiori, è invece per gli amanti del genere un paradiso di corolle. Se ne contano circa 1400 specie tutte diverse! Un quarto dell’intero patrimonio nazionale. Una passeggiata in primavera sarà quindi l'occasione per ammirare narcisi, mughetti, crochi, genzianelle e scoprire fiori unici come la primula rossa (Primula spectabilis) nelle zone orientali, o l'Euforbia della Carnia (Euphorbia kerneri) nelle aree occidentali e il Lilium carniolicum solo per citarne alcuni. Molto interessanti sono le specie cosiddette illiriche che trovano qui il loro massimo centro di diffusione; tra queste: la rarissima Centaurea rupestris degli ambienti carsici, la Genista sericea, il Seseli gouanii, il Cytisus pseudoprocumbens ed altre. In autunno invece sarà possibile trovare colchici (Colchium autumnale), genziane (aslepidae), anemoni.
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Valle santa felicità
Valle santa felicità
Importante sito storico e naturalistico del versante meridionale del Massiccio del Grappa.
Dove si trova: Essa si trova ad ovest dell’abitato di Semonzo e si divide tra il territorio di Borso ed il Comune di Romano.
Geomorfologia: L’origine della valle è riconducibile all’azione dei ghiacciai e all’erosione delle acque selvagge. Essa si mostra subito come una gola profonda dalle pareti ripide e rocciose, buia in contrasto con il bianco ghiaieto del fondo torrentizio suscitando fascino e mistero.
Storia e curiosità: Per accedere alla valle si percorre una strada sterrata che inizia al limitare del bosco ove si trovano una chiesetta dedicata al culto di Santa Felicita, un vecchio forno ed un’antica casa colonica che un tempo ospitava un ospizio per pellegrini. Inoltrandosi nella valle si raggiunge il Sacello che nel 1922 ha inglobato un antico capitello presente in quel punto. Presso il Sacello, dedicato alla Madonna del Buon Consiglio e condiviso tra le parrocchie di Romano e Semonzo, si svolgono, nel periodo estivo, delle funzioni religiose. La sua storia è legata ad un monastero di benedettine di stretta clausura fondato qui nel 1055, passato poi alla fine del XIV sec. agli eremiti della congregazione di S. Gerolamo. L’attuale chiesetta risale al 1756 e sorge sui resti della precedente costruzione fortemente danneggiata dal terremoto di Santa Costanza del 25 febbraio 1695. Leggende e racconti locali narrano delle scorribande del fantasma di Ezzelino III da Romano, lo spietato dominatore di queste e molte altre terre venete nel XIII secolo, che infesterebbe la Valle cavalcando e agitando catene. In epoca recente la valle è stata protagonista del primo conflitto mondiale come via d’accesso a Cima Grappa e come luogo di approvvigionamento grazie alla polveriera presente, alla teleferica ed alla pompa idroelettrica usate per portare rifornimenti in quota. Ancora oggi è possibile vedere i resti di tali strutture.
Oggi: Al giorno d’oggi è protagonista dal punto di vista sportivo ospitando una palestra di roccia utilissima a livello didattico ed essendo punto di partenza di numerosi sentieri CAI che conducono a diverse località del massiccio. Nel 2011 è stata luogo di partenza della prima edizione dell’importante corsa a piedi non competitiva denominata ‘Trail degli Eroi’ con partecipanti provenienti da tutta Italia. Tutt'ora la valle è il teatro principale di questa sfida che ogni anno accoglie sempre più partecipanti.
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Clima
Clima
La fascia pedemontana del Grappa è protetta dalla barriera prealpina che la risparmia dai venti di tramontana. Sono però da ricordare i movimenti locali dell’atmosfera che si invertono quotidianamente: le brezze di monte che spirano nelle ore mattutine dalle cime verso la valle e le brezze di valle che dal tardo mattino in poi risalgono i solchi vallivi. L’aria asciutta ha carattere alpino; a valle la temperatura solitamente non supera i 30°C in estate e non scende sotto gli 0°C in inverno. La neve non è frequente e rarissima risulta la nebbia. Elemento importante è la scarsa nebulosità: la zona sfugge facilmente alle nubi e il cielo gode di lunghi periodi di serenità. Una curiosità: Borso del Grappa venne definito da Vittor Luigi Paladini, in una pubblicazione del 1919, il paesello dell’asolano con il clima più mite e favorevole.